DIVULGAZIONE |
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Parola | Descrizione |
Estromissione degli affluenti dalla Laguna | La naturale evoluzione dell’ambiente
lagunare prevede il suo interramento a causa dell’apporto di sedimenti
dagli affluenti, apporto non compensato dall’effetto erosivo delle correnti
marine. Tale interrimento ha sempre costituito un problema per la Serenissima,
perché poteva incidere in modo negativo sulla sicurezza e sulla prosperità
di Venezia. Già dal secolo XII vennero eseguiti i primi interventi sui
corsi d’acqua, che vennero arginati in pianura per limitare l’erosione
e il conseguente trasporto di sedimenti in Laguna. L’operazione non ebbe
il risultato sperato, perciò si decise di affrontare il problema radicalmente,
deviando i fiumi che sfociavano in Laguna. Il primo fiume ad essere deviato
fu il Brenta, il cui corso fu spostato da Fusina fino al mare nel 1548.
L’interrimento della Laguna in effetti subì un rallentamento, ma allo
stesso tempo aumentò l’erosione e l’arretramento delle barene, di cui
si parla fin dal 1600. In Laguna è rimasta ancora una traccia ben visibile
dell’antico tracciato del Brenta: il Canal Grande, che è un antico tratto
lagunare del fiume. Gli austriaci, dopo la caduta della Serenissima, decisero
di deviare nuovamente il Brenta in laguna, ma negli anni successivi l’incremento
del processo di interramento portò nel 1896 alla decisione definitiva
di deviare il fiume a mare, nell’alveo del Bacchiglione. Il Piave non
ha avuto una storia così travagliata come il Brenta: prima fu deviato
a Cortellazzo, poi a S.Margherita, ma nel 1683 esondò e tornò ad occupare
l’alveo che porta a Cortellazzo. Il Sile, essendo un fiume di risorgiva,
ha sempre presentato pochi problemi di trasporto di sedimenti, e venne
deviato nel 1680 nel vecchio alveo del Piave principalmente per problemi
sanitari. Fonte: Tratta da "La laguna di Venezia", CIERRE Edizioni |