DIVULGAZIONE

Ambiente urbano

 
 
 
  - La fascia degli spruzzi
  - Zona dell'escursione di marea
  - Zona di bassa marea

 

Fauna di città

Molti animali hanno trovato nella città di Venezia un luogo ospitale dove vivere, e i motivi che li hanno spinti a questa scelta possono essere i seguenti:

  • In città gli animali trovano quegli anfratti e quelle nicchie che mancano nell’ambiente naturaleStorno (Sturnus vulgaris) circostante: ecco che i Rondoni (Apus apus), i Piccioni (Columbia livia), gli Storni (Sturnus vulgaris), i Pipistrelli e altri uccelli trovano rifugio nei solai, tra le tegole dei tetti, nelle crepe delle case.
  • I giardini della città, e soprattutto quelli abbandonati, offrono una vegetazione rigogliosa dove trovano rifugio e cibo numerosi uccelli (merlo - Turdus merula -, capinera - Sylva atricapilla -, cinciallegra – Parus major - , Passera d’Italia - Passer domesticus).
  • Alcuni animali hanno trovato nei rifiuti dell’uomo una grande risorsa di cibo: sono note a tutte le razzie fatte dai gabbiani (gabbiano reale – Larus cachinnans -, gabbiano comune - Larus ridibundus) e dai ratti delle chiaviche (Rattus norvegicus).
  • La città di Venezia si trova al centro di una laguna che è una delle più importanti aree umide d’Europa, per il numero di specie e di individui di uccelli svernanti, nidificanti e stanziali che ospita. È inevitabile quindi che anche la città stessa sia soggetta al passaggio e alla sosta di alcuni volatili.

Flora di città

Quando si pensa alla flora di città, soprattutto di una città come Venezia, vengono in mente i giardini pubblici o quelli privati, splendidi angoli di verde nascosti all’interno delle corti.
Ma c’è un mondo più piccolo e meno nascosto, che si svela agli occhi più attenti ed osservatori, che popola le rive, le fondamenta e i muri della città.
Sui muri delle rive, nella fascia degli spruzzi ancora influenzata dalla presenza dell’acqua salmastra del canale, si trovano specie adattate agli ambienti salsi, come il Finocchio di mare (Crithmum maritimum), il Limonio comune (Limonium vulgaris) e l’atriplice comune (Atriplex hastata).Finocchio di mare (Crithmum maritimum)
Risalendo la riva, si giunge al bordo della fondamenta: qui il disturbo antropico dovuto al calpestio è ridotto, data la sua vicinanza al bordo del canale, e le piante che vi crescono riescono a raggiungere dimensioni maggiori. Inoltre viene meno l’influsso dell’acqua salsa del canale, mentre aumenta la quantità di sostanza organica, accumulata nelle fessure presenti tra una pietra e l’altra. In questa zona si trovano l’amaranto (Amaranthus retroflexus), il farinaccio bianco (Chenopodium album), la gramigna (Cynodon dactylon), il dente di leone (Taraxacum officinale).
Proseguendo verso l’interno della fondamenta, il disturbo da calpestio aumenta e sia le specie sia il portamento delle piante cambiano. Qui si trovano piante dalle dimensioni minori, solitamente appressate al suolo, con foglie e fiori piccoli, che riescono a sopravvivere al calpestio rifugiandosi all’interno delle fessure tra un pietra e l’altra.
Di questa comunità fanno parte la piantaggine (Plantago maior), la burinella (Sagina procumbens) e la corregiola (Poligonum aviculare).
Lungo i muri o ai lati dei gradini dei ponti, dove il grado di calpestio è minimo e si accumula del terriccio, si sviluppa un altro tipo di vegetazione. Si trova la saeppola (Conyza canadensis), la Borsa del pastore (Capsella bursa – pastoris), il crescione dei prati (Cardamine hirsuta), l’orzo selvatico (Hordeum murinum), la Poa annua, l’erba cardellina (Senecio vulgaris), la porcellana (Portulaca oleracea), la verbena (Verbena officinalis).
Altre piante non devono affrontare il problema del calpestio, in quanto crescono sui muri delle case e sulle arcate dei ponti. La più comune è la parietaria (Parietaria officinalis), seguita dall’ederina dei muri (Cymbalaria muralis). I primi organismi a colonizzare le pareti degli edifici e dei ponti sono i licheni, che sono in grado di sgretolare la roccia e di preparare il terreno per altre piante più esigenti.Parietaria (Parietaria officinalis)
Le piante che si trovano in città hanno metodi diversi per riuscire a superare l’inverno: in alcune (Emicriptofite) le foglie continuano a vegetare sotto forma di rosetta basale, che essendo appressata al suolo sfrutta il calore proveniente da esso ed è protetta dalle foglie morte della stessa pianta. Altre invece (Terofite) svernano sotto forma di semi, che germinano solamente quando le condizioni diventano favorevoli.
La disseminazione è resa efficiente sia dall’elevata quantità di semi, che assicura maggiori probabilità di una buona riuscita, sia dalla tipologia di semi, che spesso sono dotati di un pappo o sono comunque molto leggeri, strategie che permettono loro di raggiungere ambienti favorevoli anche se si trovano ad una grande distanza dalla pianta madre.

Canali di Venezia

Per scoprire una tipologia particolare di flora e fauna della laguna di Venezia, non sempre è necessario andare alla ricerca di ambienti speciali, ma è sufficiente guardare con più attenzione lungo le sponde dei canali che attraversano la città.
Una grande varietà di organismi sia animali che vegetali popola le sponde, sia sopra che sotto il livello dell’acqua.
Per l’osservazione il periodo migliore è la primavera, quando l’attività biologica degli organismi raggiunge i livelli massimi, e in particolar modo durante le fasi di bassa marea, quando la fascia visibile è più estesa.
L’ambiente di riva dei canali veneziani può essere suddiviso in tre fasce facilmente distinguibili:

La fascia degli spruzzi

Questa fascia è raggiunta dagli spruzzi, e solo occasionalmente è interessata dalle maree eccezionali.
La sua ampiezza varia a seconda dell’intensità del moto ondoso, da 50 a 100 centimetri.
E’ popolata da organismi altamente specializzati: infatti gli organismi terrestri presenti devono essere in grado di sopportare la salinità e le periodiche sommersioni, mentre al contrario quelli marini devono essere capaci di resistere durante i lunghi periodi di emersione.
Sulla parte superiore dei muri che costeggiano i canali, ma anche sui gradini delle porte d’acqua dei palazzi, si può osservare una patina verde, formata da alghe verdi microscopiche (Cloroficee), che indicano l’altezza massima alla quale arrivano gli spruzzi.
I primi organismi animali che si trovano in questa zona sono dei Crostacei Isopodi a respirazione aerea: la Ligia (Ligia italica) e il Tylos. Entrambi sono molto simili ai Porcellini di Terra, ma la Ligia è distinguibile per la velocità con la quale si ritrae all’arrivo dell’onda.
Nella zonaLittorina (Littorina littorea) di transizione tra la fascia degli spruzzi e quella sottostante vivono le Littorine (Littorina littorea), che sono dei Molluschi Gasteropodi. Queste chiocciole vivono su substrati maggiormente stabili rispetto ai mattoni, che sono facilmente friabili, e quindi per lo più su pietre che offrono una buona adesione e una presenza costante di alghe, che costituisce il loro cibo.
Vivono in piccoli gruppi nella zona che è regolarmente sommersa durante l’alta marea, e quindi sono osservabili con la bassa e media marea. Nel periodo invernale si rifugiano in fessure strette non raggiunte dall’acqua, e nonostante siano una specie marina riescono a resistere ad emersioni relativamente lunghe.
In questa zona si trova l’Enteromorfa (Enteromorpha intestinalis), che qui si adatta alle difficili condizioni dettate dalle periodiche emersioni riducendo al minimo il suo sviluppo.

 

Zona dell’escursione di marea

Questa fascia, chiamata anche zona intertidale, a Venezia ha lo spessore di circa 1 metro.
Vi si trovano Crostacei che aderiscono direttamente al substrato e che si trovano anche sui pali conficcati nel caranto, addossati gli uni sugli altri.
I Balani sono dei Crostacei Cirripedi, dotati cioè di arti che vengono utilizzati per creare dei piccoli vortici d’acqua che convogliano il cibo verso la loro bocca. Non assomigliano agli altri cirripedi, in quanto l’adattamento alla vita sedentaria ha determinato in loro notevoli mutamenti, e solo nella fase giovanile si possono rinvenire tali organismi che nuotano liberamente.
Le specie più abbondanti e caratteristiche che si trovano lungo i canali di Venezia sono la Capa de Palo (Balanus amphitrite) e il Dente de Can (Chthamalus stellatus).
Spesso si ritrovano anche attaccate alle valve delle cozze.
Riescono a sopportare le periodiche emersioni grazie a due placchette mobili collocate sulla sommità del loro corpo, che permettono il contatto con l’esterno quando sono sommersi, e di isolarsi mantenendo al loro interno le condizioni dell’ambiente acquatico circostante durante le emersioni.

Accanto ai Balani si trovano le Patelle (Patella coerulea), Molluschi Gasteropodi. La loro conchiglia si adatta perfettamente al substrato sul quale si trova grazie al suo piede muscoloso, aderendovi perfettamente, e tale strategia ha un duplice obiettivo: difendersi dalle possibile aggressioni e trattenere una riserva di acqua marina all’interno del guscio nei periodi di emersione.
In questo ambiente le alghe trovano situazioni più adatte per il loro sviluppo, e il numero di specie diverse aumenta.
L’Enteromorfa raggiunge il massimo del suo sviluppo vegetativo e compaiono anche la Porfira (Porphyra leucosticta), il Ceramio (Ceramium rubrum), e la Lattuga di Mare (Ulva lactuca).
L'Enteromorfa e la Lattuga di Mare sono alghe verdi, mentre la Porfira e il Ceramio sono alghe rosse, la cui presenza è giustificata dal fatto che l’acqua dei canali di Venezia è molto torbida e non permette alla lunghezza d’onda del verde di penetrare, mentre la banda del rosso riesce ad attraversare la colonna d’acqua senza subire notevoli assorbimenti.
Tra queste alghe si trovano i Crostacei, come il Granchio Verde, le cui femmine sono le cosiddette masanete. Questi Decapodi si trovano nei canali soprattutto in primavera, quando si spostano dal mare alla laguna, e in autunno, quando compiono il percorso opposto.
Durante l’accrescimento il granchio abbandona il carapace diventato piccolo, e durante la fase di muta il suo corpo è molle e privo di difese: questa fase dura qualche ora, durante la quale il granchio viene indicato con il termine di moeca.

 

Zona di bassa marea

Oltre alle alghe, ai Molluschi e ai Crostacei compaiono anche i peoci, le cozze (Mytilus galloprovincialis) che si attaccano al substrato sul quale vivono tramite il bisso, formato da filamenti prodotti da una ghiandola (ghiandola del bisso) che si solidificano a contatto con l’acqua.Dama
Nelle zone dove l’emersione è più frequente le dimensioni delle cozze sono minori perché più brevi sono i periodi durante i quali i mitili riescono a nutrirsi di piccole alghe e particelle di materiale organico presenti nell’acqua.
La cozza è un organismo sessile, cioè vive attaccato ad un substrato, ma se si trova in un ambiente dove le condizioni di vita sono estremamente sfavorevoli, possiede la capacità di staccarsi e di farsi trasportare dalla corrente galleggiando grazie a delle bolle di gas emesse dall’interno della conchiglia.
Le loro valve non sono molto resistenti, perciò la principale strategia di sopravvivenza consiste nel formare banchi fittissimi, nei quali i loro margini affilati, tutti rivolti verso l’esterno, costituiscono un tappeto solido e difficilmente penetrabile (da Bonometto L., Mizzan L., “Forme & significati – Osservazioni e riflessioni sugli animali del nostro mare”, Quaderni del Museo Civico di Storia Naturale di Venezia, Supplemento al Vol. XXXVIII (1987) del Bollettino del Museo Civico di Storia Naturale di Venezia).
Durante la bassa marea è possibile osservare anche Botrilli, Ascidie, Spugne, Attinie.
Altre specie tipiche di questo ambiente non sono sessili e hanno la possibilità di spostarsi per ricercare delle condizioni maggiormente favorevoli (da Pellizzato M., Carlotti G., “L’ambiente di riva dei canali di Venezia”, in “Lavori” della Soc. Ven. Sc. Nat., vol. 5, supplemento ad uso didattico, pp.50-64, 1981).Fouling
I canali di Venezia offrono anche un ambiente ideale nel quale studiare il fenomeno del fouling, che è un fenomeno di incrostazione sugli oggetti sommersi realizzato da organismi marini. Osservando infatti un palo o una qualche altra struttura artificiale introdotta nel canale, è interessante notare come la colonizzazione di questo nuovo ambiente segua una successione ben precisa, e facilmente riscontrabile in qualsiasi altro substrato immesso con le medesime modalità.
I primi organismi sono le alghe, che non necessitano di un particolare substrato su cui insediarsi, dato che traggono il loro nutrimento direttamente dalla loro superficie tallosa, essendo privi di radici. Le alghe quindi costituiscono il fouling primario.
Su di loro successivamente si insediano i mitili, il cosiddetto fouling secondario, mentre i balani sono indifferenti al grado di colonizzazione del substrato, e possono appartenere sia al fouling primario che a quello secondario (da Cornello M., “Contributo allo studio ecologico delle comunità bentoniche sessili nella Laguna di Venezia: struttura e dinamica in relazione ai periodi d'insediamento" - tesi di laurea, A.A. 1994-95, Università degli Studi di Padova).
Il quadro delineato è tipico dell’ambiente di canale, ma viene notevolmente influenzato dall’inquinamento che, soprattutto nei canali con minore ricambio idrico, causa una drastica riduzione delle specie presenti, lasciando campo libero alle specie più resistenti.