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Dune

  • Introduzione
  • Aree elevate
  • Depressioni retrodunali
  • Successione vegetale
  • Evoluzione delle dune
  • Funzione della vegetazione dunale
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    Introduzione
    Lungo il litorale veneziano, alle spalle della fascia di spiaggia vera e propria, si incontrano dei cordoni di dune disposti parallelamente alla battigia, intervallati da bassure. Tale ambiente rappresenta una condizione di equilibrio dinamico tra vegetazione, sedimenti e correnti, sia eoliche che marine.
    Le dune del litorale veneto sono formate principalmente da sabbia dolomitica, proveniente dai detriti trasportati dai fiumi che sfociavano in Laguna: di conseguenza si è stabilita in questo ambiente un tipo di vegetazione che predilige i luoghi aridi e ricchi di carbonati di calcio.Ammofila (foto: Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti)
    L'ammofila (Ammophila arenaria) è la vera artefice della formazione delle dune: questa pianta ha una porzione sotterranea molto ramificata e profonda, che permette di fissarla alla duna e di consolidare la duna stessa (da "Un ambiente naturale unico – Le spiagge e le dune della penisola del Cavallino"). L'ammofila tende a venire sepolta dalla sabbia trasportata dal vento, ma l'emissione di nuovi germogli la fa riemergere: in tal modo si sviluppa sia la parte aerea, che funge da barriera dove si accumula la sabbia, sia la parte sotterranea, che costituisce l'ossatura della duna e determina una prima formazione di humus. Inoltre possiede delle fogli basali molto sviluppate che formano un cespuglio denso.
    I cordoni dunali smorzano l'azione dei venti proteggendo le zone retrostanti sia dalla forza del vento che dalla salsedine da esso trasportata.
    Le dune embrionali si trovano in prossimità della spiaggia nuda, sono più basse e sono caratterizzate dalla presenza di piante pioniere come l'agropiro (Agropyron junceum) che comincia a trattenere la sabbia trasportata dal vento. La parte emergente della pianta funge da barriera per la sabbia, che si accumula alla sua base portando così all'accrescimento verticale della duna, mentre l'apparato radicale costituisce lo scheletro che dà stabilità alla duna in formazione.
    In questa zona comincia ad aumentare la ricchezza della vegetazione: oltre all'ammofila infatti si trova la calcatreppola marittima (Eryngium maritimum), che si è adattata perfettamente all'ambiente arido grazie alle sua foglie coriacee e spinose e alle lunghe radici che arrivano ad elevate profondità, l'Echinophora spinosa, la Silene sericea.
    Il sistema delle dune viene completato dalle dune stabilizzate, che sono piuttosto elevate e leggermente ondulate. Qui si trova l'ammofila accompagnata da un'altra specie caratteristica, la Medicago marina: questa associazione si sviluppa sulle dune che non sono direttamente esposte ai venti marini, con un microclima caldo e arido.
    Tale ambiente non è omogeneo e presenta due principali sottoambienti: quello costituito dalle aree più elevate ed asciutte e quello delle depressioni retrodunali.

    Aree elevate
    Nelle posizioni più elevate, dove il terreno è più sciolto e secco perché l'acqua filtra in profondità, l'associazione vegetale tipica è il Tortuleto-Scabiosetum, chiamata così perché le specie maggiormente rappresentative sono la Vedovella (Scabiosa argentea) e i muschi (spp. Tortula).
    Oltre a queste specie troviamo anche equiseti, funghi, che sono indicatori della presenza di sostanza organica in questi ambienti, anche se scarsa, e i licheni, che in questo ambiente vivono sul terreno e appartengono alla specie Cladonia.
    Questa associazione succede agli ammofileti sulle dune più vecchie, e necessita di più di 100 anni per formarsi in maniera completa.

    Depressioni retrodunaliRiccio
    Nelle depressioni il terreno è più ricco di carbonati e di limo, dilavati dalle dune soprastanti: qui l'acqua spesso ristagna, permettendo così la crescita a giunchi (es: giunco nero) e altre piante palustri, dando vita all'associazione vegetale tipica di ambiente umido (Schoeneti) ("Un ambiente naturale unico – Le spiagge e le dune della penisola del Cavallino").
    Questa aree acquitrinose sono state in gran parte bonificate per interramento, provocandone la regressione e il rischio di estinzione.
    Alcuni mammiferi frequentano l'ambiente delle dune, come il riccio (Erinaceus europaeus) e il topo selvatico (Apodemus sylvaticus) ("Guida alla natura nella laguna di Venezia – Itinerari, storia e informazioni naturalistiche").

    Successione vegetale
    La successione delle serie vegetali della duna, partendo dalla battigia, è quindi la seguente:
    Cakiletum – Agropyretum – Ammophiletum – Tortulo-Scabiosetum – Schoenetum ("Un ambiente naturale unico – Le spiagge e le dune della penisola del Cavallino").
    Nella maggior parte delle spiagge del litorale veneziano la successione della vegetazione di duna si interrompe al Tortuleto – Scabiosetum, al massimo si può rilevare la presenza dello Schoenetum: solamente sulle spiagge di più antica formazione, come il Bosco Nordio, è possibile osservare un ulteriore stadio di evoluzione che porta alla formazione di un vero e proprio bosco caratterizzato dalla presenza del leccio (Quercus ilex).

    Evoluzione delle dune
    L'evoluzione delle dune è strettamente legata all'azione dell'uomo: in assenza di disturbo la duna tende a consolidarsi sempre più, rompendo il vento che proviene dal mare e facendo quindi accumulare la sabbia nelle zone antistanti la duna stessa.
    Con il tempo questo processo permette alla spiaggia di avanzare verso il mare e di formare nuove dune che verranno a loro volta colonizzate dalle piante.
    Purtroppo il calpestio, frequente soprattutto nei mesi estivi, causa la modifica delle dune, in quanto distrugge l'apparato radicale delle piante, che non riescono più a trattenere efficacemente la sabbia: questa viene trasportata negli ambienti retrodunali e nei boschi sempreverdi, che ne vengono danneggiati.
    Piante e sabbia sono quindi tra loro complementari: se viene eliminata la sabbia la pianta muore e se le piante vengono rimosse la sabbia viene trasportata in altri luoghi.
    I sistemi dunosi che sono sopravvissuti quasi intatti all'azione umana sono presenti a Ca' Roman e agli Alberoni.

    Funzione della vegetazione dunale
    La funzione della vegetazione non si limita al consolidamento della duna e alla protezione degli ambienti retrostanti: offre anche un habitat ottimale per alcuni organismi. Gli ambienti antistanti la duna sono caratterizzati da assenza di vegetazione e di conseguenza da una insolazione costante che determina una temperatura elevata della sabbia. I cespugli di ammofila sono le prime piante sufficientemente alte da creare un cono d'ombra al loro interno, dove si ritrova un microclima umido e fresco che offre riparo diurno per gli invertebrati che popolano la spiaggia. Per verificare i benefici della presenza di questa graminacea, è sufficiente toccare la sabbia all'interno del cespuglio: si avvertirà una sensazione di fresco, anche perché le radici per capillarità consentono la risalita di acqua dal sottosuolo, mantenendo così costantemente umido il terreno.Scarabeo stercorario (foto:  J. Rodenkirchen)
    Anche in questo caso la struttura degli organismi è finalizzata alla vita nell'ambiente: si trova qui un piccolo coleottero, il Leichenum pictum, che si mimetizza perfettamente con la sabbia, della quale riproduce addirittura il disegno dei granelli, o lo scarabeo (Scarabaeus semipunctatus) le cui zampe posteriori sono provviste di robuste setole disposte a pettine che consentono di spostarsi agevolmente sulla sabbia.
    Nella sabbia si trova la larva del formicaleone (Myrmeleon formicarius), che scava dei piccoli avvallamenti a forma di imbuto utilizzati come trappola per i piccoli insetti che vi scivolano dentro, e dei quali il formicaleone si nutre. Vive in prossimità dei cespugli di ammofila perché qui è maggiore la possibilità di trovare delle prede, attirate dal microclima favorevole.
    A conferma del progressivo aumento del carattere terrestre degli ambienti man mano che si procede verso l'interno del litorale, troviamo nella zona delle dune il primo mollusco terrestre, una piccola chiocciola che vive sulle erbe (Theba pisana) e che è tipica degli ambienti caldi e secchi ("Un ambiente naturale unico – Le spiagge e le dune della penisola del Cavallino").